Biografia

giomiraDi formazione prevalentemente autodidattica; dopo esperienze di tecnica artigianale ha affrontato prove sempre più impegnative: dalla partecipazione al Gruppo dei Ceramisti del Varesotto, sorto attorno al Museo della Ceramica di Laveno con la guida del maestro Albino Reggiori, a esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero, fino alla creazione di numerosi corsi per l’insegnamento della tecnica ceramica. Sue opere si trovano al Museo della Ceramica di Cerro, alla Galleria d’arte Moderna di Gallarate, e presso gallerie e collezioni private.

Se seguite la strada che, a Sesto, sale verso la collina di San Giorgio, tra curve e contro curve, tra ville e frutteti, arriverete alla bella casa di Giovanni Chinosi e al suo laboratorio, che porta un appellativo, GIOMIRA, ibericamente atteggiato, ma che in realtà nasce dall’unione di due nomi: quello di Giovanni e di sua moglie Mirella. Perchè l’arte ceramica è una passione che li accomuna e non è raro vederli lavorare insieme nello studio. Del resto tutto cominciò con un pane di creta che Mirella donò, nel Natale di trentasei anni fa, al marito. Ebbe inizio così un lungo percorso, fatto di tante esperienze, di tanti incontri: ricordiamo soprattutto la collaborazione con lo scultore Luciano Morosi che, prima di stabilirsi a Castelletto, aveva lungamente viaggiato e raggiunto la fama in Brasile. Dall’amicizia con questo autorevole Artista, Giovanni Chinosi trasse importanti insegnamenti sul fare ceramica. Ma anche gli antichi, e spesso anonimi, scultori del Medio Evo gli sono stati maestri, con la loro ingenua, ma efficace sintesi espressiva; tra gli scultori del Novecento, Arturo Martini, primitivo e classico nello stesso tempo e Fausto Melotti, instancabile sperimentatore, sono stati per lui rilevanti punti di riferimento.

La sua arte è sempre meditata e lo porta spesso a raccontare storie, situazioni umane di profonda intensità, ambientando le figure in spazi sinteticamente suggeriti. Come le sculture che raccontano l’ambiguo rapporto tra un prigioniero e il suo carceriere, costretti a vivere vite parallele, divisi solo da una sottile parete, ma comunicanti attraverso una piccola finestra. Anche la Passione di Cristo è stata rappresentata dall’Artista in una via Crucis di sconcertante semplicità ed efficacia. L’oggetto della rappresentazione può essere anche il semplice paesaggio: come gli splendidi ulivi di Puglia, studiati dal vero; o le antiche costruzioni del nostro territorio, spesso malamente conservate, se non sfigurate, come accade nei “Paesaggi deturpati”.

Nelle sue opere predilige la semplicità delle terre, ma anche il legno, il cemento; rigorosamente senza colore, privi della patina accattivante degli smalti. Giovanni Chinosi è artista complesso, solidamente radicato nella tradizione artistica italiana, capace nello stesso tempo di proiettarsi in una continua ricerca, sorretto da una tensione lirica e morale intensa e sincera.

Silvana Angela Ferrario

Info: GIOMIRA di GIOVANNI CHINOSI
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